Al via una valanga di mobilitazioni da parte dei lavoratori del porto del Pireo.
L’attesa privatizzazione del porto da una parte e la realizzazione degli impegni sottoscritti con il terzo Memorandum dall’altra mettono in mezzo a una strada i lavoratori portuali e marittimi.
La Confederazione Greca dei Lavoratori dei Porti (OMYLE) e l’Unione dei Lavoratori Portuali (OLP) oggi (il 21/10/2015, n.d.t.) hanno indetto uno sciopero dall’inizio del turno alle 10.30 del mattino, mentre giovedì (22/10/2015, n.d.t.) chiuderanno tutti i porti commerciali del Paese per la proclamazione di uno sciopero di 24ore.
Al fianco dei lavoratori anche il Comune di Keratsini-Drapetsona, che chiuderà la sede del Comune stesso, il Comune di Perama e gli impiegati del ministero della Marina, che sciopereranno dalle 11.00 alle 15.00.
Contemporaneamente, alle 11.00, ci sarà un presidio in piazza Kairaskakis al Pireo, e poi un corteo fino al ministero della Marina (il corteo è stato annullato causa maltempo e i lavoratori sono arrivati in pullman al ministero, n.d.t.).
Inoltre, ieri (20/10/2015, n.d.t.) si è aperto un secondo fronte, visto che dopo un’assemblea l’amministrazione della Confederazione Navale Nazionale (PNO) ha deciso la proclamazione di uno sciopero nazionale di 48 ore per tutte le categorie di navi dalle 6.00 del 2 novembre alle 6.00 del 4 novembre, con la prospettiva di estendere lo sciopero, e uno sciopero nazionale di 24ore il 12 novembre dalle 00.01 alle 24.00, per tutte le categorie di navi.
«Distruggono i diritti conquistati»
«La soppressione della Cassa Pensione dei Marittimi (NAT) e della Cassa Pensione Aggiuntiva per i Marittimi (KEAN), la riduzione degli organici delle navi passeggeri e delle pensioni, la disoccupazione nel settore sempre più in aumento, il lavoro in nero senza sicurezza, la continua violazione delle condizioni di lavoro, lo svilimento del diritto alla sicurezza e all’assistenza medico farmaceutica dei marinai in pensione o in attività e delle loro famiglie, il tentativo di sopprimere i diritti conquistati in questo settore e la tolleranza e l’indifferenza dei responsabili e dello Stato non possono rimanere senza risposta», ha dichiarato l’amministrazione del PNO, in un comunicato pubblicato subito dopo la decisione di avviare le mobilitazioni e gli scioperi, spiegando che «l’imminente nuova valanga di misure contro i lavoratori non lascia margini di scelta».
La risposta dei sindacati navali PEMEN, Stevenson, PEEMAGEN, è arrivata con un comunicato in cui attaccano il ministro del Lavoro G.Katroungalo per quanto dichiarato durante la trasmissione «Ston Enikò», perché ha taciuto sui 60.000 lavoratori marittimi disoccupati, mentre spiegano che il vero debito del NAT riguarda il lavoro marittimo non pagato e il barbaro sfruttamento dei lavoratori marittimi da parte degli armatori.
di Christina Papastathopoulou
Fonte: efsyn.gr
Traduzione di AteneCalling.org