L’accordo raggiunto dopo i negoziati del governo SYRIZA-ANEL il 13 luglio è senza ombra di dubbio una sonora sconfitta per le forze della sinistra radicale in Grecia. Il colpo di Stato messo in atto dai creditori non è che l’ultimo episodio di una serie di ricatti che hanno portato il governo in un vicolo cieco.
Ciononostante, da parte nostra sarebbe molto riduttivo interpretare l’esito della trattativa esclusivamente come il frutto delle scelte dei creditori. Giudichiamo negativamente l’enorme sottovalutazione dei rapporti di forza dell’Eurozona, l’assoluta convinzione che gli argomenti razionali avrebbero potuto convincere le istituzioni a raggiungere un accordo reciprocamente soddisfacente, ma anche il fatto che la minaccia di una grexit avrebbe potuto essere devastante per la vittoria del nostro progetto. Tutto questo ha contribuito in maniera decisiva alla mancanza di un piano alternativo di rottura che avrebbe potuto funzionare sia nel contesto delle trattative che come scelta del governo, mancanza determinante per l’esito dei negoziati.
Allo stesso tempo, l’aver indugiato a lungo nei negoziati tecnici dando per scontato il raggiungimento di un compromesso onorevole non ha lasciato spazio all’entusiasmo e alle potenzialità create dalla partecipazione della società contro l’egemonia dei tecnocrati e la prosecuzione delle stesse politiche del passato come se non fosse cambiato nulla. Inoltre, non abbiamo compiuto una serie di atti unilaterali che avrebbero potuto spostare il campo di battaglia all’interno del Paese, per consolidare i rapporti con il mondo che rappresentiamo, per dar luogo a nuove lotte e per assicurare risorse utili alla realizzazione del nostro programma.
In questa situazione, l’inconsistenza del meccanismo partitico (partito e gioventù) è stata determinante. La non convergenza del Comitato Centrale di SYRIZA prima della votazione dei prerequisiti, ha spostato il peso su organi inadatti come il gruppo parlamentare e sulle responsabilità personali o la coscienza di ciascun parlamentare. L’atrofia degli organi direttivi e le decisioni prese al di là dei collettivi sono facce complementari dello stesso rapporto.
L’accordo sottoscritto porta il timbro dello schiacciante rapporto di forza nell’Eurozona e dei ricatti a carico del governo e del popolo greco. Il vicolo cieco in cui siamo ci costringe a riesaminare le lotte e le direzioni di questo piano. L’UE e l’Eurozona sono istituzioni che promuovono il neoliberismo, limitando pesantemente le possibilità di un cambiamento. La nostra strategia internazionalista deve passare attraverso l’abbandono di queste istituzioni: è una questione di democrazia e sovranità popolare, e il presupposto per mettere in dubbio il neoliberismo.
Il voto del terzo memorandum va contro le nostre origini ideologiche, le nostre promesse pre elettorali, le nostre decisioni collettive e sconfessa un lungo percorso di SYRIZA, con il rischio di schiacciare la speranza per un percorso diverso nell’unico Paese dell’UE dove la sinistra ha riportato una vittoria storica. Per questi motivi siamo contro l’accordo.
È un bisogno imperativo, in questa fase, convocare immediatamente il Comitato Centrale di SYRIZA per realizzare subito un congresso straordinario, che costituisce l’ente più alto di decisione del partito, e che ha la responsabilità collettiva per il rendiconto del precedente periodo e il piano strategico del prossimo periodo. Inoltre SYRIZA ha la responsabilità di proteggere tutti i suoi membri dagli attacchi personali che subiscono, attacchi che non hanno nulla in comune con i principi e i valori della sinistra.
In tutto ciò, non possiamo trascurare l’importante risultato del referendum. In questo caso il governo, scegliendo di dare la parola al popolo, è riuscito per un breve periodo a renderlo protagonista contro i ricatti, l’asfissia finanziaria, le banche chiuse e la frenesia mediatica. Il referendum come processo sociale e il suo esito indicano che la lotta per la formazione di un blocco sociale che aprirà nuove strade per l’allargamento della democrazia, della cooperazione e della solidarietà in ogni aspetto della vita sociale, è più attuale, e potenzialmente vincente, che mai.
Per quanto ci riguarda, lottare per un mondo più giusto non è una giustificazione morale, ma un modo per cambiare la nostra quotidianità, trasformare le nostre vite e la società. Continueremo su questa strada tenendo sempre bene a mente che la storia è un mare di possibilità su cui lottiamo continuamente per rendere fattibile ciò che ora potrebbe sembrare insensato.
Gioventù di SYRIZA
Fonte: neolaiasyriza.gr
Traduzione di AteneCalling.org